Spesso utilizzati come sinonimi nel linguaggio comune, i termini chef e cuoco hanno in realtà due significati diversi. La differenza fra i due mestieri è ben marcata e dipende principalmente dalla fomazione acquisita e nell’esperienza vissuta durante la propria carriera.
Lo chef in gran parte delle brigate di cucina è responsabile del reparto. Si può quindi dire che il ‘titolo’ di chef corrisponde ad un ‘grado’ più alto rispetto a quello di cuoco. Vediamo nel dettaglio come si diventa chef e come si intraprende invece il percorso da cuoco,i compiti ed i ruoli.
La parola chef in francese vuol dire cuoco. Nonostante ciò, come sopra accennato, nella prassi i due termini sono andati differenziandosi identificando ruoli diversi, a cui corrispondono differenti percorsi formativi. Ma, naturalmente, lo chef deve essere prima di tutto un bravo cuoco. Non è tuttavia necessariamente detto che nella sua carriera professionale debba fare necessariamente prima il cuoco e poi lo chef. A seconda del percorso di formazione intrapreso, si può entrare a far parte di una cucina commerciale direttamente come chef professionista. In alternativa è possibile iniziare come gavetta scalando la piramide gerarchica più o meno velocemente a seconda delle proprie abilità o delle possibilità di carriera offerte dal ristorante. I compiti principali di uno chef sono principalmente incentrati sulla gestione della cucina, sul coordinamento dei collaboratori e sullo sviluppo del ristorante. Per quanto riguarda la gestione della cucina, un bravo chef deve organizzare l’attività interna, programmare e coordinare il lavoro dei collaboratori, sorvegliare la realizzazione e l’impiattamento delle pietanze. Lo chef è anche il responsabile della qualità dei cibi e dello sviluppo del ristorante. In collaborazione con il maitre crea nuove ricette e modifica il menù quando è necessario (ad esempio al variare delle stagioni). Lo chef sceglie inoltre con cura gli ingredienti e le materie prime, gestisce gli ordini servendosi dei migliori fornitori. Determina il costo di produzione ed il prezzo dei piatti da inserire nel menù. Oltre ad essere perfettamente formato nel campo della ristorazione grazie alla frequenza di prestigiosi corsi professionali per chef, l’interessato deve anche conoscere le regole dell’antinfortunistica e dell’igiene, e non gli devono mancare competenze di tipo manageriale.
Tutti conosciamo il mestiere del cuoco. Indipendentemente da dove lavora (cucine commerciali di ristoranti, hotel, resort, navi da crociera, cliniche, ospedali….) il cuoco è, o dovrebbe essere, un grande esperto di cucina in senso lato. Per diventare cuoco bisogna frequentare corsi di formazione specifici oppure aver ottenuto la qualifica in un istituto professionale alberghiero. Un buon cuoco oltre ad apprendere tutte le tecniche di preparazione delle pietanze deve conoscere le metodologie di conservazione dei cibi e le regole di igiene e sicurezza alimentare. Infine, naturalmente, il cuoco deve essere capace di creare piatti esteticamente accattivanti. L’arte di decorare in maniera creativa e presentare piatti di un certo impatto estetico sta infatti prendendo sempre più piede nella gastronomia moderna ed il consumatore odierno è oramai abituato a valutare anche l’estetica oltre al sapore delle pietanze. Ogni piatto rappresenta infatti lo specchio dell’intero ristorante e l’abilità dello staff che lavora in cucina.