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Medici e scienziati (troppo) sotto i riflettori

26 Giugno 2020 | di Enrico Tupone

i mondi di carta - Enrico Tupone

 

 

L’esposizione mediatica dei virologi in Tv e sui social, nel corso dell’emergenza coronavirus, non ha fatto bene alla credibilità della scienza nell’opinione pubblica.


Parola di Piergiorgio Odifreddi, matematico e saggista (ospite dei Mondi di Carta nell’edizione 2019) in un editoriale su ‘La Stampa’ pubblicato lo scorso 8 giugno.

“Alle decine di migliaia di vittime reali che il coronavirus ha mietuto in Italia, purtroppo bisogna aggiungerne un`altra ideale: l`immagine della Scienza (con la maiuscola), che grazie agli interventi mediatici di alcuni virologi, epidemiologi e immunologi (con la minuscola) ha subìto un grave colpo alla propria credibilità”, scrive Odifreddi. La saga si è aperta con il professor Roberto Burioni, che “il 2 febbraio a ‘Che tempo che fa’, affermò che ‘in Italia il rischio di un`epidemia di Covid era zero, a causa delle precauzioni prese’” e si è conclusa con il dottor Alberto Zangrillo che “il 31 maggio a Mezz`ora in più, ha annunciato unilateralmente che ‘il virus clinicamente non esiste più’”. Nel mezzo, ricorda Odifreddi, “è intervenuto un agguerrito drappello di medici, alcuni ospiti fissi di trasmissioni quali ‘Che tempo che fa’ o ‘Di martedì’, e altri ospiti sporadici dei più svariati programmi: da Ilaria Capua, a Matteo Bassetti, a Maria Rita Gismondi. E tutti si sono distinti per essere spesso in contrasto non solo con sé stessi e con gli altri, ma soprattutto con le dichiarazioni ufficiali dell`Oms e del Comitato Tecnico-Scientifico del governo italiano”. “Della cacofonia che i medici hanno incautamente offerto al pubblico televisivo e giornalistico, già scientificamente impreparato di suo, si sono oggettivamente avvantaggiati i negazionisti scientifici: gli stessi che Burioni aveva in mente di contrastare nella sua sacrosanta crociata scientifico-mediatica, quando scese giustamente in campo contro i no-vax”, prosegue Odifreddi. Il risultato, secondo il matematico, è che “ora molti dei nomi citati sono diventati, volenti o nolenti, i testimonial d`eccezione dei complottisti di ogni genere” e che “anche chi magari complottista non è, ma antiscientifico o poco scientifico comunque sì, ha finito con il non ritenere che le misure di contenimento della pandemia dovessero essere seguite ed eseguite scrupolosamente, con la scusa che in fondo ‘nemmeno loro sanno cosa fare’”. E pensare che i luminari nel nostro Paese ci sono eccome “a partire da Alberto Mantovani che nelle classifiche mondiali è al livello dell’americano Fauci ma in tv lo si è visto poco e niente, perché i fatti che sa li dice senza urlare, e le opinioni che ha le tiene per sé”.

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