OSPITI Edizione 2025

Da sempre affascinata alla biomeccanica del corpo umano. Mi avvicino allo Yoga con uno sguardo scientifico, scrutandone ogni beneficio, adattando scrupolosamente ogni movimento ad ogni cliente.
L’Antigravity Yoga è una forma di yoga aereo che nasce dall’ispirazione di un famoso ginnasta, ballerino e coreografo americano Christopher Harrison.
Questo tipo di fitness in sospensione unisce pratiche acrobatiche e la filosofia tradizionale dello yoga.
Le posizioni sono svolte in volo affinché la forza di gravità venga sfruttata a nostro vantaggio: distende le vertebre, allevia la pressione sul collo, promuove la circolazione, aumenta flessibilità e forza.
Inoltre ha un impatto su fiducia e umore grazie alla sfida che propone il tessuto sulla stabilità e al massaggio intenso procurato alla miofascia.
L’amaca ancorata al soffitto può essere utilizzata da tutti con qualche precauzione per tipo di patologia e la sua distanza da terra deve essere regolata in funzione del peso e dell’altezza di ognuno.
Nell’antigravity yoga alcuni dei primi esercizi sperimentati sono le inversioni, ovvero le posizioni nelle quali si rimane sospesi a testa in giù: qui si allena la mente ad attraversare la paura, acquisendo una maggior consapevolezza di se stessi e delle proprie capacità. Non da meno l’effetto anti-age per la profonda riossigenazione del viso. La soddisfazione di essere in verticale senza sforzo permette il rilascio degli ormoni del benessere quali ossitocina, endorfine, serotonine e dopamine.
Le classi durano 1.15 h, sono semplici e divertenti e aperte a tutti.
La lezione termina in un śavāsana nel cocoon, momento in cui l’amaca diventa come una seconda pelle e avvolge il corpo cullandolo.
Ricordo ancora il giorno dell’esame pratico da istruttrice certificata. Era da poco venuta a mancare mia madre. Ritornare in un grembo di tessuto è emozionante tanto quanto l’abbraccio dei propri cari.
Date le numerose inversioni vorrei intitolare l’intervento di consulenza “CAPOVOLTANDO PAGINA”