La storia artistica di Andrée Ruth Shammah nasce al Piccolo Teatro di Milano con Giorgio Strehler e Paolo Grassi, ma si concretizza con l’apertura del Salone Pier Lombardo, oggi Teatro Franco Parenti, fondato nel 1972 insieme ad altri artisti ed intellettuali come Franco Parenti, Giovanni Testori, Dante Isella e Gian Maurizio Fercioni.
Dal 1989 è responsabile unica della Cooperativa Teatro Franco Parenti, riferimento culturale per la città di Milano; non solo un luogo di spettacolo, ma un punto di incontro e confronto che ha accolto, tra gli altri, artisti come Peter Brook, Robert Wilson, Patrice Chéreau, Eduardo De Filippo.
Direttrice artistica, animatrice, organizzatrice; il suo lavoro è costantemente attento a salvaguardare il livello qualitativo e la coerenza culturale che sta alle origini della nascita del Teatro.
Regista e artista a tutto tondo oltre che imprenditrice, nel corso della sua lunga carriera ha firmato oltre cento regie teatrali (molte delle quali ormai nella storia del teatro italiano) dirigendo, tra gli altri artisti come Franco Parenti, Isabella Ferrari, Antonio Albanese, Gioele Dix, Carlo Cecchi.
Ha esordito, giovanissima, con la Trilogia di Giovanni Testori Ambleto / Macbetto / Edipus; spettacoli capaci di portare interessanti innovazioni nel teatro italiano degli anni Settanta, non solo per la qualità dei testi, ma anche per l’originalità delle messinscene, attente a prediligere spazi differenti rispetto a quelli del palcoscenico tradizionale.
La sua potenza creatrice non nasce dalla corazza di una preparazione tecnica indossata per soddisfare un ruolo ma si espande verso l’esterno e accende quella miccia che, collegando testa e cuore, impasta quanto pare distante ed estraneo, dando vita costantemente a qualcosa di nuovo e di bello – Susanna Garavaglia.
L’utilizzo non tradizionale dello spazio teatrale è diventato nel tempo una caratteristica delle sue regie, che ha proposto ed approfondito in spettacoli come Il Maggiore Barbara di G.B. Shaw, Il bosco di notte di Gaetano Sansone, La doppia incostanza di Marivaux, Timone d’Atene; spettacoli di grande forza e sperimentazione. Esempi di teatro aperto e libero da rigide impostazioni manieristiche.
Con una sensibilità contemporanea, Andrée Ruth Shammah restituisce umanità, emozione e universalità a testi come Io, l’erede di Eduardo De Filippo, Eracle di Euripide con Franco Branciaroli, L’amante di Pinter con Luca De Filippo e Anna Galiena.
Sempre fedele al proprio particolare stile e al proprio credo inventivo: quello di una realtà vissuta a contatto col mondo della fantasia e della favola, dà vita alle regie de I Cavalieri di Re Arthur, Peter Pan, Ondine, La vita, il sogno e in La ricerca del Graal.
Non ha però smesso di investire su testi di autori contemporanei, poco conosciuti e poco rappresentati, scelti per qualità e capacità di indagare la nostra identità individuale e collettiva. Temi scottanti e vivi come quelli del potere, della vecchiaia e dell’abuso sono restituiti al pubblico con intelligenza e sensibilità, in spettacoli come Una notte in Tunisia di Vitaliano Trevisan con Alessandro Haber, Esequie solenni di Antonio Tarantino con Ivana Monti, Le cose sottili nell’aria di Massimo Sgorbani.
Unanime è stato il successo di critica e di pubblico per Antonio e Cleopatra alle corse di Roberto Cavosi, premio Speciale della Giuria Riccione 2007 e finalista nella terna dei premi Eti Oscar del Teatro 2009.
I suoi lavori più recenti spaziano dalla rielaborazione personale e contemporanea di classici come Una Casa di bambola di Henrik Ibsen con Filippo Timi, Il Malato Immaginario di Molière con Gioele Dix, a spettacoli per loro natura molto meno “classici” ma di grande valore e fascino come Memorie di Adriana, con Adriana Asti e Cita a ciegas del drammaturgo argentino Mario Diament, I Promessi sposi alla prova di Giovanni Testori con Luca Lazzareschi e Laura Marinoni, tutti accompagnati da un grande successo di pubblico e critica.
La sua ultima regia Coltelli nelle galline, dal potente testo di David Harrower, ha debuttato al Napoli Teatro Festival il 29 giugno 2019, in scena anche al Festival dei 2Mondi di Spoleto dal 5 al 14 luglio 2019.
Ha firmato inoltre la regia di progetti teatrali in video per la Rai e diverse regie liriche, due delle quali, Varieté di Kagel e L’Elisir d’amore di Donizetti, per il Teatro alla Scala di Milano.
Va inoltre riconosciuta all’artista milanese la capacità di trasformare ogni angolo dello spazio in cui lavora, crea, si esprime, condividendo con il pubblico ogni suo respiro creativo. Basti pensare all’ex piscina Caimi trasformata nei Bagni Misteriosi. Un progetto unico in Italia, che mira ad integrare cultura e benessere attraverso il ricongiungimento degli spazi del Teatro Franco Parenti con quelli adiacenti del centro: oltre 15.000 metri quadrati di spazio pubblico recuperato e restituito alla cittadinanza, dove arti sceniche e performative, attività sportive e ludiche si stimolano e si contaminano a vicenda.
Nel 2013 festeggia i 40 anni di carriera, ricevendo un doppio riconoscimento per la migliore Direzione Artistica e la migliore Programmazione/Produzione del Premio Franco Enriquez, assegnato dall’omonimo Centro di Studi drammaturgici Internazionale.
Tra i numerosi riconoscimenti che le sono stati conferiti si ricordano il Montblanc de la Culture Arts Patronage Award nel 2011, Premio della Critica “Paolo Emilio Poesio” 2015 dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro, Premio “Mela d’oro” Marisa Bellisario nel 2016.
Il 14 luglio 2019 è stata nominata, dal Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, Chevalier de la Légion d’honneur.
Per la sua irrequietezza intellettuale, per il suo mettere in discussione tutto, che, a volte, diventa approccio creativo e metodo di ricerca nei suoi progetti artistici e nelle sue regie, Andrée Ruth Shammah indubbiamente occupa un posto unico nel panorama teatrale italiano.
Incontro con Andrée Ruth Shammah – Regista Teatrale, Direttrice artistica, anima del teatro Franco Parenti di Milano, firme prestigiose su spettacoli con Giovanni Testori, Isabella Ferrari, Antonio Albanese, Gioele Dix, Carlo Cecchi, ha collaborato agli esordi con Giorgio Strehler e Paolo Grassi, ha accolto artisti come Peter Brook, Robert Wilson, Patrice Chereau, Eduardo De Filippo.
Intervista a cura di Antonio Bozzo